Museo Novecento di Milano, i Maestri del contemporaneo incontrano le nuove generazioni

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Dieci maestri dell’arte contemporanea italiana traducono in opere le idee e i pensieri delle nuove generazioni, dando vita a un interessante confronto, capace di generare un nuovo umanesimo

Da martedì 21 a domenica 26 novembre, saranno esposte presso il Museo del Novecento di Milano dieci opere nate dalla collaborazione di illustri artisti con le nuove generazioni. La mostra, La forma delle parole, a cura di Micol Forti, già curatrice della Collezione Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, prende vita grazie al progetto Parola ai Giovani, nato nel marzo 2022 per volontà del cantautore Giovanni Caccamo in risposta all’invito di Andrea Camilleri di promuovere un nuovo umanesimo.

La forma delle parole - Museo del Novecento. Ph Vegetti
La forma delle parole – Museo del Novecento. Ph Vegetti

Cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo? Qual è la tua parola di cambiamento? Queste sono le domande poste da Giovanni Caccamo, a cui hanno risposto migliaia di ragazzi. Ognuno ha scelto un vocabolo in grado di descrivere in maniera rappresentativa il concetto di cambiamento e ha realizzato un testo con cui esprimere le proprie idee e offrire proposte concrete per trasformare la società odierna. Ne deriva una visione lucida e poetica del futuro.

La forma delle parole - Museo del Novecento. Ph Vegetti
La forma delle parole – Museo del Novecento. Ph Vegetti

La mostra è un vero e proprio confronto generazionale in cui i maestri sono stati invitati a reinterpretare con il proprio linguaggio artistico i testi e le parole a loro assegnate: ghosting, famiglia, elettezza, bellezza, spargere, gratitudine, infanzia, accoglienza e alienazione. Infatti, come spiega la curatrice Micol Forti: «Il progetto nasce dalla convinzione che le parole siano semi che producono frutti, costruiscono legami, ponti e alleanze, e che non esista un futuro senza radici». Ed è proprio per questa ragione che insieme a Giovanni Caccamo hanno scelto di coinvolgere in questa avventura alcuni degli artisti più rappresentativi della scena contemporanea italiana.

La forma delle parole, Emilio Isgrò, Narrazione infinita, 2023, acquerello su carta cotone. Testo di Mariangela De Luca
La forma delle parole, Mimmo Paladino, Gratitudine, 2022, tempera su carta cotone. Testo di Giovanni Caccamo
La forma delle parole, Mimmo Paladino, Gratitudine, 2022, tempera su carta cotone. Testo di Giovanni Caccamo

La mostra, dunque, crea un interessante dialogo tra dieci artisti italiani di fama internazionale e altrettanti giovani ragazzi e ragazze che hanno contribuito al progetto. Questo scambio si traduce in collaborazioni uniche: Maurizio Cattelan con Carlo Corallo, rapper-cantautore; Mario Ceroli con Andrea Caschetto, ambasciatore del sorriso; Emilio Isgrò con Mariangela De Luca, autrice e docente; Mimmo Jodice con Beatrice Canullo, studentessa di lettere moderne; Giulia Napoleone e Guido Strazza con Matteo Trapanese, cantautore; Michelangelo Pistoletto con Angelina Mango, cantautrice; Fabrizio Plessi con Remon Karam, attivista per i diritti umani; Arnaldo Pomodoro con Marco Anastasio, rapper; e infine, Mimmo Paladino con lo stesso Giovanni Caccamo.

La forma delle parole - Museo del Novecento. Giovanni Caccamo. Ph saywho_Ludovica Arcero
La forma delle parole – Museo del Novecento. Giovanni Caccamo. Ph saywho_Ludovica Arcero

Le dieci tavole con i testi, già in mostra al Meeting di Rimini dal 20 al 25 agosto 2023, sono state realizzate dalla giovane artista Loredana Amenta, esperta in stampa e incisione, su pregiati fogli di carta cotone tramite l’uso di caratteri tipografici in piombo, adoperando la stessa tecnica utilizzata da Johannes Gutenberg nel XV secolo. Ogni artista, partendo dalle riflessioni dei giovani coinvolti, interviene in maniera personale, utilizzando il proprio stile per arricchire il testo, trasformarlo o plasmarlo in un’unica opera d’arte.

Nella splendida cornice della Sala Fontana è inoltre ospitata l’installazione itinerante Muro del cambiamento, una sintesi di tutto il vasto progetto di Giovanni Caccamo. L’installazione, concepita dallo stesso cantautore siciliano, consiste in un ledwall bianco su cui vengono proiettate varie parole. Quest’ultime rappresentano i contributi offerti da chiunque desideri partecipare al progetto. Con questa installazione, lo spettatore è invitato in modo attivo ad esprimersi e a condividere la sua visione del cambiamento, contribuendo così alla costruzione collettiva di nuove prospettive.

Inoltre, il progetto ha finalità benefiche poiché l’intero ricavato dalla vendita delle opere esposte sarà devoluto alla Andrea Bocelli Foundation. Tale contributo sarà impiegato per sostenere progetti educativi volti a formare e orientare i giovani cittadini del futuro.